domenica 26 febbraio 2012

L'ultimo articolo dell'estate

Con questo si è chiusa la mia esperienza continuativa in rdazione nell'estate 2011...ma, come vedrete, la collaborazione è proseguita saltuariamente durante l'inverno, e si mantiene tutt'ora!

 Si pigia l'uva e si beve il nettare di Bacco
 pubblicato il 21/09/2011

SAN GIOVANNI- (gc) La quarta settimana di settembre torna anche quet'anno "Capodanno del vino", questa festa, che richoiama a San Giovanni migliaia di visitataori, è l'ovccasione per riscoprire i sapori e i profumi della tradizione romagnola, rivivedo, con la pigiatura, le atmosfere delle generazioni passate.
La vocazione agricola, che rese noto il borgo nelle cronache medioevali con l'appellativo "granaio dei Malatesta", si esplica oggi nella presenza sul territorio di numerose aziende vinicole, per un totale di 220 ettari di viti; il "Capoidanno del Vino",mm oragnizzato dalla Pro Loco, è nato per rendere tributo all'inebriante bevanda autunnale. Il progrannna di domenica 25 settembre è molto fitto: sui comincia alle 8 in via Veneto, che si riempirà delle originali bancarelle de "Il Vecchio e l'Antico", Dalle 15 in poi, per le vie del paese, sarà possibile degustare, in simpatici boccalini in coccio prodotti per l'occasione, vini locali e novelli selezionati e proposti dalle aziende vinicole. Segue, alle 17.30, l'attesissima gara della pigiatura, cui parteciperanno tutti i volenterosi che vorrano cimentarsi con quest'arte campagnola.
Accanto ai vini, non mancherà la classica rustida di pesce accompagnata dagli spaghetti con i sardoncini, cotti a puntino dai soci del Circolo "Beretta". "Se il 'Capodanno del vino' festeggia oggi la sua IX edizione-commenta l'assessore Nicola Gabellini-, ciò significa che l'evento è apprezzato sia dal pubblico locale che da chi giunge da fuori provincia. Il nostro 'Capodanno' settembrino conserva una freschezza unica, negli anni: la convivialità del paese e l'inno alla vendemmia da poco conclusa".

I bilanci delle discoteche

pubblicato il 16/09/2011

Le notti del Marano baciate dal sole
RICCIONE- L'estate è agli sgoccioli, anzi, i primi “goccioloni” ne decreteranno la fine, e per i locali di spiaggia sul Marano è tempo di bilanci. Se è ancora presto  per quelli definitivi, è il momento giusto per sondare gli animi di gestori, art director e amministratori e tirare le somme dei risultati “percepiti”.
Federico Cimaroli, art director dell'Hakuna Matata, dice: “Non mi posso certo lamentare: l'affluenza è stata costante e più numerosa degli anni passati, e alla clientela affezionata si sono aggiunte non poche new entry. Questo successo ha reso onore alla scelta di dilazionare gli eventi musicali principali su tutti i giorni della settimana, non solo sul week end; i nostri amici Vip sono giunti all'Hakuna Matata non solo di sabato, ma anche di mercoledì e venerdì, attirando orde di giovani tra turisti e residenti. Fabrizio Corona ha presentato fra i nostri divanetti la sua rivista in prossima uscita, e pochi giorni fa è passato a salutarci l'attore Giorgio Pasotti, una vecchia conoscenza dell'Hakuna. Per la serata conclusiva di stasera - svela Cimaroli-, verrà riproposto un percorso che farà rivivere le emozioni dell'estate, con una cucina ricercatissima a base di ostriche, musica tribale, una performance di violino, uno sciabolatore e lo scintillio delle fontane d'artificio.”
L'Hakuna Matata non è l'unico discobar sulla spiaggia a terminare “col botto” la propria attività questo week end: Daniele Galli, amministratore di Opéra, afferma: “Domani sarà l'ultimo giorno di apertura, ma per noi la stagione non termina certo con la fine dell'estate; stiamo già lavorando a un progetto che permetterà, a partire dal giugno 2012, una riduzione del volume della musica. Stiamo facendo studiare un impianto acustico affinchè le 'note' restino tutte intorno alla pista; speriamo di riuscirci al meglio. Gli incassi- continua Galli-, hanno registrato un +10%  rispetto allo scorso anno, perchè le condizioni metero favorevoli ci hanno permesso di sfruttare appieno anche il mese di settembre, organizzando serate ed eventi”.
Ma Galli non è l'unico a dover ringraziare il clima caldo e asciutto delle ultime settimane; anche Flavio Pelliccioni, gestore del Beach Cafè, ha registrato un notevole aumento del volume degli incassi per via della bella stagione. “Il Beach Cafè - rivela Pelliccioni-, domani sera chiuderà in sordina: stiamo preparando grandi sorprese per l'apertura del 'gemello invernale', il Pascià, l'1 ottobre.
                                                                                      Giulia Ceccarelli

La stagione non è finita, ma i bagnini di salvataggio sì

pubblicato il 15/09/2011

Spiagge affollate, ma bagnino di salvataggio solo alla zona 100
 RICCIONE- (gc) E alla fine ne è rimato solo uno. Non stiamo parlando di un reality show, e nemmeno del film “Terminator”. Si tratta dei bagnini di salvataggio attualmente all'opera sulle spiagge riccionesi: l'unica torretta attualmente occupata a scrutare il mare per le otto ore di routine è quella antistante al bagno 100 Armando.
La zona è gestita da un privato, Alfredo Corazza, che, oltre ad occuparsi di brandine e ombrelloni, tutela di tasca propria anche la sicurezza di balneazione dei clienti, per mezzo del servizio di salvataggio. “La Cooperativa Bagnini e l'Adriatica hanno finito la stagione il 14 settembre- dice Corazza,- ma ciò non vale per noi. I nostri pattini sono ancora al lavoro; hanno iniziato a monitorare le condizioni del mare e le attività dei bagnanti il 20 maggio, e continueranno regolarmente il proprio impegno giornaliero fino al 30 settembre. Prevedibile conseguenza della nostra 'stagione prolungata', è che in queste giornate di sole, dalle temperature per nulla settembrine ma ancora estive, i turisti in vacanza sulle spiagge riccionesi comprese tra il porto e l'Alba decidono di spostare le tende nel nostro stabilimento balneare. Si è infatti sparsa la voce che da noi, sotto l'occhio vigile dei salvataggi, si può ancora fare il bagno in completa sicurezza. Ora, -prosegue Corazza,- non siamo scontenti dell'affluenza, ma ci chiediamo con quali criteri le varie cooperative che offrono lo stesso servizio decidano i termini temporali dei contratti del personale qualificato. La maggior parte delle spiagge riccionesi, così, risulta 'scoperta' le ultime due settimane di settembre, quando i turisti ancora ci sono, e la loro sicurezza sarebbe da salvaguardare come e più che a luglio e agosto. Per annullare i rischi di spiacevoli conseguenze si dovrebbe vietare la balneazione nelle zone dove le torrette sono attualemente inattive, ma ciò è impensabile. Siamo stati costretti a intensificare e ampliare il raggio dei controlli anche oltre le rive dei bagni 99 e 101.”

Cibelli e la piscina (3)

 La risposta di Cibelli

pubblicato il 16/09/2011

"Perdite, da piccole crepe, nulle"

CATTOLICA- (gc) “Il consigliere della Lega Nord Marco Cecchini vuole alzare un polverone di sterili polemiche e fomentare nei cittadini inutili allarmismi”. Esordisce così l'assessore Leo Cibelli, che risponde alle provocazioni di Cecchini in merito ai disservizi degli impianti della piscina comunale che si affaccia sul parco della Pace. “I 'gravi danni strutturali' che Marco Cecchini denuncia (come riportato ieri su queste pagine, ndr), non sono altro che 'microcavillature', minime infiltrazioni saline nel cemento che ne causano gli scrostamenti; sono spesso presenti negli invasi delle piscine e rientrano nella normalità-, spiega Cibelli.- I tecnici accertano che le perdite acquee dalle piccole crepe sono praticamente nulle: il livello delle acque nella vasca sovrastante è continuamente monitorato e costante. Mi preme informare la cittadinanza che le strutture della piscina comunale sono assolutamente agibili e sicure: il fondo è sorretto da tre grossi pilastri di cemento armato, e non esiste pericolo di crollo. Inoltre, le stalattiti di cloro della sala macchine, di cui peraltro ero già a conoscenza, sono difficilmente evitabili; si sono formate su di un soffitto alto, -continua Cibelli, - e non c'è possibilità che vengano a contatto con gli apparecchi che tutelano la slubrità delle acque. Dovendo avviare lavori di manutenzione in breve tempo per non pregiudicare lo svolgimento dell'attività sportiva, ho concordato con i tecnici di partire dal rifacimento delle tubature e dall'assorbimento delle macchie di umidità sui soffitti della palestra Body Planey. Comunque, l'intervento sulle microcavillature si farà: durante la chiusura estiva del prossimo anno è già previsto di far circolare betonite sodica nelle tubature del soffitto della sala macchine, allo scopo di stagnare le perdite, e di completarne l'impermeabilizzazione.” Attendiamo dunque, con santa pazienza, che l'assessore all'ambiente e allo sport, che da buon geometra di queste faccende dovrebbe intendersi, provveda come ha promesso.  

Cibelli e la piscina (2)

"Nella piscina comunale piove ancora"
pubblicato il 15/09/2011

  CATTOLICA-  “La piscina comunale continua a far acqua da tutte le parti.” A sostenerlo è Marco Cecchini, consigliere della Lega Nord, che risponde alle dichiarazioni rilasciate ieri dall'assessore Leo Cibelli. “L'amministrazione dice di aver risolto il problema delle infiltrazioni d'acqua dalla piscina ai soffitti della sottostante palestra Body Planet, -afferma Marco Cecchini,- ma in realtà la manutenzione effettuata è solo parziale: permangono infatti gravi danni strutturali nell'impianto, che i clienti non possono vedere. Accanto agli spazi della palestra -continua Cecchini-, si trovano le sale macchine che garantiscono la salubrità delle acque della piscina. Anche qui, però, il soffitto ha cominciato a gocciolare; le perdite saline stanno formando vere e proprie stalattiti sul soffitto dell'invaso. Il cloro non solo deteriora e arrugginisce le tubature, le cui perdite stanno mettendo a dura prova i materiali di impermeabilizzazione, ma corrode anche il ferro che sostiene il cemento armato che costituisce il fondo della piscina. La sala macchine, su cui non è stato effettuato ad oggi nessun tipo di intervento,  è posizionata immediatamente sotto alla vasca per il nuoto. Banale dire che infiltrazioni del genere non siano contemplabili in un ambiente che dovrebbe essere mantenuto in uno stato di sicurezza massima; la pavimentazione della piscina potrebbe crollare, con conseguenze devastanti per gli utenti della piscina, in prevalenza bambini e giovani.”
“In realtà le infiltrazioni nell' 'invisibile' interrato della piscina comunale non sono un fatto nuovo, ma nessuno se n'è curato perché i danni presenti in quella stanza non sono immediatamente verificabili e, quindi, denunciabili, dal grande pubblico”, provoca Marco Cecchini. Ora però il consigliere della Lega è deciso ad andare fino in fondo: “Porterò la questione in consiglio Comunale, formulando una specifica interrogazione al sindaco. Il problema per l'incolumità dei cittadini è reale, non si può più fare finta di non vederlo”.
                                                                                           Giulia Ceccarelli

In palestra non piove più

Risolte (forse) le perdite d'acqua nella cattolichina palestra Body Planet.

pubblicato il 14/09/2011

 CATTOLICA- (gc) I clienti della palestra Body Planet, situata nei seminterrati della piscina comunale davanti al Parco della Pace, non faranno più la doccia mentre completano le sessioni di pesi o di cyclette. Parola dell'assessore allo Sport Leo Cibelli, che è lieto di annunciare che il problema delle infiltrazioni d'acqua da pareti e soffitti è in gran parte risolto. “I nostri tecnici hanno verificato come il fastidioso ticchettio delle gocce d'umidità che si udiva nelle sale della Body Planet fosse causato da un disservizio dei servizi igienici della piscina sovrastante-, dice Cibelli.- Gli scarichi delle docce negli spogliatoi risultavano otturati, e si è dovuto procedere alla canalizzazione delle acque. I lavori di manutenzione si sono svolti con celerità e si sono concentrati nel mese di agosto, sfruttando l'abituale chiusura estiva della piscina. Il necessario intervento di impermeabilizzazione è stato concluso entro i termini previsti del 5 settembre, e così la piscina comunale, al top della sua funzionalità, ha potuto riaprire ai clienti senza nemmeno un giorno di ritardo. Ora,- continua Cibelli,- si sta procedendo con gli ultimi ritocchi a canalette e tubature, ma “dal basso”, ovvero dal soffitto della palestra. Perdite d'acqua, d'ora in poi, non dovrebbero più verificarsi”. E se a dirlo è qualcuno che nelle vita svolge la professione di geometra, allora c'è da stare tranquilli; alla palestra Body Planet, che in questo mese ha continuato regolarmente le attività, si possono ritirare i secchi dalle sale. Quel che preme a Cibelli, ora che l'intoppo è stato risolto, è far conoscere ai cittadini la sua disponibilità nell'andare incontro alle loro esigenze. “ A tutto c'è una soluzione- afferma -. I cattolichini che hanno qualche segnalazione da fare non devono far altro che bussare alla porta dell'amministrazione, e noi risponderemo. Il messaggio che deve passare è che il Comune è pronto a valutare tutte le istanze; ciò che vogliamo è aprire un canale di mediazione tra la città e il Palazzo”.

Pru Ghigi, armonico o mostro?

Fayaz (lista civica) replica all'amministarzione comunale.

pubblicato il 14/09/2011

MORCIANO- (gc) La definitiva approvazione dell'accordo di programma fra Comune, Provincia, Regione e “Rinnovamento Ghigi srl” per la riqualificazione del territorio urbano occupato dallo stabilimento dell'ex Ghigi sarà l'ordine del giorno della seduta del Consiglio comunale che si terrà stasera.
Il progetto caldeggiato dalla giunta Battazza è quello di realizzare, sui 15900 mq che  risulteranno edificabili dopo l'abbattimento dell' ex pastificio, un “Centro commerciale naturale”; non si vuole dare vita ad uno spazio commerciale autonomo e distinto, ma, al contrario, ad un centro shopping armonicamente inserito in un contesto di esercizi cittadini che dovrà diventare sempre più unito e coeso. Gli interventi urbanistici da mettere in campo per raggiungere questo obiettivo sono molteplici: la dislocazione di parcheggi sull'intero territorio interessato dalle attività commerciali, il potenziamento di percorsi destinati alla viabilità a bassa velocità, al traffico pedonale e ciclabile, e l'ultilizzo di arredi e materiali simili su tutta l'area commerciale. Si pensa anche di indire un concorso di architettura finalizzato a raccogliere idee per la razionalizzazione e l'ottimizzazione della struttura commerciale morcianese.
“Il 'centro commerciale naturale' è è l'unica via possibile per contrastare gli effetti della crisi economica, che sta influendo sulle vendite dei 130 negozi di Morciano- commenta il sindaco Claudio Battazza. -Se il Comune farà la propria parte riqualificando il Pru Ghigi, di fronte alle opportunità che la 'partita Ghigi' offre per competere con le tante strutture commerciali sorte nelle vicinanze, è necessario che gli esercenti cooperino attivamente, dando vita ad un' associazione unica in grado di rappresentare le loro istanze”.
Ma c'è anche chi non condivide la proposta del 'centro commerciale naturale'. E' il “comitato per la difesa dei diritti del cittadino”, che per bocca di Hossein Fayaz, denuncia: “Altro che 'tagli al mattone': su Morciano cadrà una nuova colata di cemento. La costruzione del centro commerciale non risponde alle esigenze dei cittadini, e per di più non rispetta il piano regolatore; sulle due torri ad uso abitativo, 'mostri' alti 42 metri, grava già lo spettro della speculazione edilizia. Per di più, un ipermercato non farà la fortuna del commercio di Morciano; proponendo una vastissima scelta di prodotti alimentari, sancirà la fine degli attuali esercizi al dettaglio, che vendono prodotti biologici e provenienti dalle nostre campagne. A cascata, la chiusura di tali negozi avrà conseguenze disastrose per il settore agricolo del territorio.”

"Casa Sport al posto del Circolo Tennis"

Intanto i ladri- vandali falliscono il colpo

pubblicato il 13/09/2011

CATTOLICA- All'impianto sportivo di via Salvo d'Acquisto non si recano solo i giovani calciatori cattolichini e i giocatori del Superga '63, ma, nottetempo, vi si “allenano” anche...i ladri!
Nella notte tra venerdì e sabato scorso una banda di malviventi, una volta forzati lucchetti e serrature dei due campi da calcio dell'US Superga, è penetrata nel centro sportivo. Obiettivo del “colpo” erano gli spogliatoi abitualmente usati dai calciatori; i balordi ne hanno così spaccato porte e finestre, ma, non trovando altro bottino che le panche per il cambio d'abito, si sono diretti verso gli uffici della direzione, dove speravano di poter portare via almeno qualche computer e un po' di spiccioli.
A far fallire anche questo “piano b” sono stati i vetri antisfondamento; secondo le prime ricostruzioni, i ladri, vedendo che il vetro si frantumava senza rompersi e probabilimente feriti dalle schegge, hanno rinunciato alla refurtiva e si sono dati alla fuga. La mattina del sabato, il gestore dell'impianto, trovandosi di fronte all'atto vandalico, ha allertato i Carabinieri.
Ad avere in gestione il centro calcistico è Giorgio Pierani, presidente del Circolo Tennis Cattolica. Dopo mesi dalla vincita del relativo bando di assegnazione comunale, Pierani finalmente si è visto consegnare dal Commissario competente, il primo gennaio scorso, i due campi da calcio dove abitualmente si allena il Superga '63: sono passati solo pochi mesi, e già il centro sportivo ha subito un tentativo di furto.
Pierani punta il dito sull'amministrazione, denunciando: “Non solo le strutture adibite alla pratica calcistica, ma anche il palazzetto dello sport e la pista di atletica, posti nella medesima area, sono facioli preda dei balordi. Abbiamo chiesto più volte al Comune di prendere in seria considerazione la presenza stabile di un custode per salvaguardare la sicurezza degli impianti sportivi, ma tale richiesta non è mai stata accolta.” Furtarelli e atti di vandalismo, ricorda Pierani, erano da anni una realtà anche presso il Circolo Tennis Cattolica di via Leoncavallo, che egli stesso ha in passato avuto in gestione.
Ora il Circolo Tennis Cattolica è chiuso e in stato di abbandono, in attesa che il Comune, che ne è proprietario e non intende esporre bandi per la sua concessione, predisponga per esso una nuova destinazione. Si pronuncia in merito l'assessore allo sport Leo Cibelli, che dice: “Non vi è necessità di utilizzare gli impianti del Circolo per il gioco del tennis, poiché il Tennis Club Cerri copre già la domanda. Si sta discutendo in sede di Consiglio un progetto di riqualificazione delle strutture tale da ricavarne un impianto polifunzionale di appoggio agli altri centri sportivi esistenti, una sorta di 'Casa dello Sport'”. Dalle dichiarazioni ci sembra di capire, tuttavia, che una riapertura, in veste diversa, dell' 'area del tennis' sia ancora lontana.
                                                                                      Giulia Ceccarelli

Morciano: la questione dell'Ex pastificio Ghigi

Questo articolo chiude, con la presentazione pubblica del progetto, una querelle nata a Morciano in merito alla riqualificazione dell'area dell'ex pastificio Ghigi. La Giunta voleva far sorgere su di esso un maxi centro commerciale e torrette abitative, opposizione e liste civiche (Fayaz in testa), volevano più pacheggi e aree verdi. E' finita così.

pubblicato il 11/09/2011

Riqualificazione urbana con meno cemento e mattone

 MORCIANO- (gc) “Meno cemento nei progetti di riqualificazione urbana”. Questa è la linea che la giunta morcianese perseguirà mercoledì prossimo, 14 settembre, per la prima seduta del consiglio comunale, che ha come ordine del giorno l'approvazione dell'atto integrativo per la conversione delle aree dell'ex pastificio Ghigi e della vecchia scuola media.
Il consiglio dovrà pronunciarsi sulle modifiche che, per iniziativa della giunta stessa, vengono apportate all'accordo sottoscritto nel 2003 dall'amminstrazione Ciotti. Il principale cambiamento consiste in una sensibile riduzione della superficie che l'azienda “Rinnovamento Ghigi”, responsabile della realizzazione dell'immobile che sorgerà in seguito alla demolizione dell'ex pastificio, potrà cementificare. Si passa dai 20000 mq concessi nel 2003 agli attuali 15900 proposti dalla giunta Battazza. Si tratta di un taglio coerente con una precisa scelta urbanistica, che va ad aggiungersi all' annullamento dell' ampliamento all'impianto fieristico, con risparmio di 1500 mq tolti alla nuova edilizia. I suoi tetti sono stati invece dotati di pannelli solari che assicurano energia a 500 famiglie.
Analogo discorso riguarda la zona della vecchia scuola media: l'amministrazione Ciotti nel 2003 aveva concesso la demolizione dell'immobile della scuola per la realizzazione di palazzine che si sarebbero dovute affacciare su Via Firenze e Via Roma; la giunta Battazza non intende proseguire su questa strada, ma al contrario vuole ristrutturare l'edificio esistente e mantenerne la proprietà e l' uso pubblico. In questo caso, il “taglio al mattone” si attesta intorno ai 2900 mq.
“Come si usa dire-, commenta il Sindaco Claudio Battazza,- 'ogni promessa è debito'. In campagna elettorale avevo promesso che avrei contenuto l'edificazione immobiliare, ed ora, a metà mandato, presento una 'felice controtendenza', consistente in riduzioni quantificabili in 150 appartamenti, che metterà Morciano al riparo da un' ulteriore colata di cemento”.

Viale Ceccarini. la replica

Da chi partì l'invettiva, viene la replica

pubblicato il 13/09/2011

"Negiozianti pronti ad aprire il portafogio"

RICCIONE- (gc) Le dichiarazioni rilasciate due giorni fa su queste pagine dal sindaco Massimo Pironi hanno suscitato subitanee reazioni dei commercianti di Viale Ceccarini; a richiedere un' intervista è chi per prima pose il problema del rilancio del Viale: la boutique Ferretti, per bocca del responsabile Paolo Guidi.
“Apprezzo il fatto che l'amministrazione si sia resa conto della necessità di agire con tempestività sull'immagine del Viale. Il 'Salotto' ha dato, per 25 anni, lustro, bellezza e stile a tutta la città di Riccione, che ha vissuto della sua luce riflessa. Boutiques come Antonia, Ferretti e Sveva sono forze del turismo ed esempi da emulare per i colleghi di tutta Europa. Ma è venuta l'ora di operare una 'revisione della macchina'.”
“Accolgo con gioia la notizia, - afferma poi Guidi,-che verranno presi provvedimenti sul decoro e sull'ordine pubblico, sulla pulizia degli spazi pedonali e sulla risistemazione degli alberi, sulla disciplina della pubblicità selvaggia e sulla sicurezza notturna; sono misure necessarie che non ho mai smesso di chiedere. Appoggio pienamente la proposta del primo cittadino, che ha promesso di incontrare il mese prossimo le categorie per presentare un progetto di riqualificazione del Viale. Come sono stati realizzati il palacongressi e il nuovo lungomare per stimolare gli albergatori a migliorare le proprie strutture ricettive,- dice Guidi,- così ritengo che un rinnovo del Viale possa incentivare anche noi commercianti a investire con rinnovato impegno nelle nostre attività. Ritengo, al pari del sindaco e di altri esercenti del Viale (tra i quali l'orefice Baleani e il titolare del BlueBar, ndr), che sia giusto che gli operatori di Viale Ceccarini-shopping partecipino economicamente alla valorizzazione del 'Salotto' di cui fanno parte, contribuendo con una quota alle spese che, speriamo tutti, il Comune si decida presto ad affrontare. Il Viale,- spiega Guidi,- è il nostro vanto, il frutto di un lavoro quotidiano realizzato con sforzo, impegno, dedizione, coraggio e passione; tutti noi commercianti dovremmo essere disposti a qualche sacrificio pur di vederlo in ordine. Chi non ci sta, -sbotta Guidi in conclusione,- se ne vada!”

L'inchiesta "Viale Ceccarini": la risposta

A chiudere la querelle, arriva l'attesa risposta delle autorità.

pubblicato il 11/09/2011

"Un progetto urbanistico appropriato"

RICCIONE- Dalla riscoperta delle bellezze naturali alla valorizzazione del  paesaggio urbano. La nuova sfida del sindaco Pironi sarà quella di conciliare la green economy delle piste ciclabili e dei "percorsi ambiente" (presentati all'interno dell'inizaitiva di riprogettazione urbanistica RiQuadro) con le esigenze del "polmone commerciel" della nostra città, Viale Ceccarini (che, almeno sulla carta, è anch'eso interamente pedonabile).  A chi gli fa presente le almentele esposte negli ultimi giorni su queste pagine dai commercianti di 2fascia alta del Viale, in merito alla necessità di ripensare l'arredo urbano, Pironi risponde: "Viale Ceccarini è una brand che abbraccia buona parte del nostro Comune, e recentemente ha contribuito a creare la nuova area shopping all'interno del Palacongressi. Il "Salotto" è una vetrina che ha tanto giovato al turismo riccionese, sarebbe una scelta miope quella di lasciarlo al proprio destino. Per questo non voglio che passi l'idea che l'amministrazione si disinteressa al Viale,m siamo pronti ad ascoltare con gioia tutte le proposte positive riguardo la sua riqualificazione".
"Abbiamo già speso 200000 euro per risistemare la pavimentazione- continua Pironi-, ma ritengo che non basti aggiungere qualche panchina per cambiare l'immagine del Viale; è necessari auna radicale risistemazione degli spazi pubblici. per il prossimo ottobre ho deciso di aprire un tavolo pubblico, invitando i rappresnetatnti di categoria, per discutere insieme il destino del Viale e trovare soluzioni che soddisfino le parti. Chiediamo però ai privati di fare la loro parte a beneficio del "Salotot", contribuendo con una quota".
Come regolamtare le plance pubblicitarie selvagge e copri-vetrine?
"Si è già provveduto, con regolamenti comunali, a dimezzarle nei prossimi mesi". Pironi tace sulla possibilità di lasciare gestire le pubblicità dal Consozio di categoria.
Altro tema dolente è quello del decoro.
"I controlli sul comportamento dei turisti e cittadini già si effettuano: cito a desempio le misure prese contro gli imbarratatori dei sottopassaggi dela ferrovia-afferma Pironi-, ma faremo sì che diventino più capillari anche sul Viale, soprattutto per ciò che riguarda gli orari di carico e scarico merci, la sicurezza notturna e il rispetto del suolo pubblico. cercheremo inoltre di migliorare il servizio di pulizia efettuato da Hera e Geat, ripristinando i due momenti di intervento giornalieri".
Qual'è l'opinione del primo cittadino sull'arrivo delle monomarche?
"A dettare le leggi del mercato, al giorno d'oggi, sono le grandi catene. E' inevitabile che la clientela del Viale dello shopping diventi sempre più trasversale; ma questo non è da considersi un male. Viale Ceccarini ha sempre saputo trasformarsi, cavalcando bene l'onda dei tempj e cogliendo con anticipo le richieste del mercato. d'altra parte, anche un pubbluico elegante e rafinato desidera un'innovazione nell'offerta".
Quando ricordiamo che la titolare dell'Atelier Antonia non la pensa lla stesso amodo, minacciando di afittare ai cinesi, Pironi risponde: "Si tratta chiaramente di una provocazione. Non credo che negozi come Zara costituiscano per le storiche boutiques una relae concorrenza: la qualità e il gusto estetico dei prodotti sono troppo diversi. Semmai, sussiste un ricambio generazionale: molte aziende famigliari sono costrette a chiudere perchè i figli non desiderano più continuare l'attività dei padri."
C'è, tra i negozianti, chi sostiene che le enormi possibilità economiche dei colossi standardizzati abbia gonfiato il prezzo degli affitti.
"I prezzi elevati non dipendono dalle monomarche-dice Pironi-. Gli affitti sono alti da anni, per via delle speculazuoni che il mercato immobiliare esercita sulla zona. Per questo ritengo utile confrontarsi anche con i proprietari degli immobili e le agenzie immobiliari". 
Di parole a favore del Viale, oggi come in passato, ne sono state spese tante...ci auguriamo che si traducano ben presto in realtà e speriamo di godere presto, oltre che di un "lungomare da vivere", anche di un "Salotto da passeggiare" e da acquistare.
                                                                                    Giulia Ceccarelli

L'inchiesta "Viale Ceccarini" (6)

E parlano anche gli orefici...

pubblicato il 10/09/2011

  "Ci considerano meta di massa"

 RICCIONE- Nuove voci si aggiungono al coro dei negozianti di lusso scontenti per lo sbarco delle standardizzate catene d'oltreoceano sul centralissimo Viale Ceccarini.
Laura Masetti, titolare dell'omonima oreficeria, dichiara: “L'apertura di esercizi di modesta categoria rispecchia la triste realtà attuale: sul Viale passeggia ormai un pubblico indifferenziato, perfettamente in linea con il prodotto che le monomarche più economiche intendono proporre. Se le grandi firme della moda non sono interessate ad aprire le proprie attività sul Viale, ciò non dipende dal costo elevato degli affitti, ma dal fatto che Riccione viene considerata una meta di massa, dove negozi di grido faticherebbero a trovare clienti. Certo-, continua Masetti, - il costo degli affitti, 'drogato' dalle cospicue offerte economiche che arrivano ai proprietari dalle monomarche cheap, diventa una discriminante se a voler subentrare sono aziende di qualità che hanno dimensioni artigianali e famigliari.”
“Però-, afferma, - non è vero che la crema della società non passa più di qui; le persone distinte continuano a venire, ma appunto, passano, non sostano. A Riccione non vi sono strutture alberghiere adeguate ad ospitare una clientela esigente e selezionata, e, - propone Masetti,- si dovrebbe provvedere a crearne. Molti nostri affezionati soggiornano a Cattolica, e riservano appositamente una giornata alla 'puntatina' di rito nel famoso 'Viale dello Shopping'; non mancano coloro che sono costretti ad attraccare gli yacht a Portoverde, non potendo accedere al porto canale di basso pescaggio di Riccione: sarebbe il caso che l'amministrazione lanciasse un progetto per una darsena esterna, adiacente al porto attuale. Poi, - elenca l'orefice, - andrebbe ripensato il look del Viale: non dico riportare in auge l'idea, nata qualche anno fa, di chiudere con un'immensa cupola cristallina il 'salotto' e decorarne il centro con una perla verde, ma almeno predisporne gli arredi: le panchine mancano, e, nelle giornate affollate, chi viene non sa dove sedersi. Infine, a sostegno dell'apertura serale e notturna dei negozi, soprattutto nei giorni feriali di primavera e estate, dovrebbe essere organizzato qualche evento di alto interesse culturale; non basta Radiodeejay, che intrattiene solo quei giovani”- si getta Masetti, evidentemente col dente un po' avvelenato, - che i falsi brillanti li comprano su eBay.”.
“Per vedere attuati questi cambiamenti - dice Masetti, riferendosi alle campagne propugnate dal Comitato Viale Ceccarini, - non è sufficiente il piglio deciso di un Comitato di commercianti; è il Comune che deve prendere a cuore il destino del Viale, inserirlo tra le priorità e garantire ad esso il finanziamento e il supporto necessario.”
Masetti spende in ultimo qualche parola sulle condizioni generali del mercato: “in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, capisco lo sdegno dei titolari degli atelier di ricerca, che, pur mantenendo impeccabili, aggiornate e accurate le loro vetrine, vedono calare il proprio giro d'affari a favore di una concorrenza figlia della globalizzazione. Fa la sua parte anche la moda di aprire mega centri commerciali, dove le famiglie sono invogliate a trascorrere le giornate piovose. Noi orefici riusciamo a sostenerci grazie ad una clientela, italiana e straniera, assidua e fidelizzata ma”- spiega Masetti,- abbiamo una marcia in più rispetto al settore dell'abbigliamento. Le firme prestigiose che i migliori atelier Riccionesi vantano si possono trovare anche in altre parti d'Italia, come Roma, Milano, Capri, Ostuni o Milano Marittima (con la conseguenza che chi può permettersele può fare confronti di convenienza); i nostri gioielli, pezzi unici completamente artigianali, si possono invece scegliere e far eseguire su misura solo nel nostro negozio nel 'Salotto'.”
                                                                                     Giulia Ceccarelli

L'inchiesta "Viale Ceccarini" (5)

Al mio microfono, Antonia.

pubblicato il 09/09/2011

"Comune, Viale solo da sfruttare"

RICCIONE- (gc) Proseguiamo la nostra inchiesta, che ha lo scopo di sondare gli animi sulla recessione che stanno vivendo i luxury shops di Viale Ceccarini a causa della 'concorrenza sleale' delle monomarche di basso profilo che continuano ad affluire sul Viale, occupando i locali sfitti da marchi di ricerca.
Dice la sua Antonia Manaresi, titolare della boutique Antonia, all'interno della galleria Viscardi: “Inutile lamentarsi ora -, afferma. - E' come chiudere la staccionata quando i buoi sono già usciti. Per evitare l'evidente standardizzazione che il Viale sta subendo, bisognava non cominciare, dieci anni fa, ad accordare i permessi di esporre nel 'Salotto' alle grandi catene cheap. Al contrario, poiché il Comune concepisce Viale Ceccarini non come una risorsa, ma come un territorio da sfruttare per battere cassa, tali permessi non hanno fatto che intensificarsi.
Si è data -, prosegue sdegnata Antonia, -possibilità di entrata anche ai temporary outlet, che, a differenza di una qualunque altra attività, anche se gli affari vanno male possono permettersi delle passività. ”
“A peggiorare la situazione-, incalza Antonia, - è la mancanza di tutela dell'ordine e del decoro pubblico durante le ore notturne da parte delle autorità competenti: il bar a fianco al mio esercizio (Greenbar, ndr) spara musica fastidiosa a tutto volume fino all'orario di chiusura, e quasi ogni mattina, sul passeggio della galleria davanti al mio negozio ritrovo vomito, escrementi, lattine, cocci e bottiglie vuote. Che naturalmente né Hera né Geat si sogna di ripulire, cosicché devo farlo io. Ovviamente il degrado notturno si accentua  e moltiplica durante il weekend della Notte Rosa, quando tutto sembra permesso.” “Il Viale - , chiude gelidamente la Manaresi, - si fa di anno in anno più invivibile: sono tentata di spostare l'attività altrove e affittare questi centralissimi locali, a prezzo pieno, a commercianti cinesi: sarei curiosa di sondare le reazioni che provocherei nell'opinione pubblica”.

L'inchiesta "Viale Ceccarini" (4)

...A parlare sono anche i ristoranti

pubblicato il 08/09/2011

"Avanti con la carta della qualità"
 RICCIONE- (gc) “Riccione si può salvare solo giocando le carte della qualità che passa per Viale Ceccarini, che è il nostro biglietto da visita; dal Salotto e dalla spiaggia dipende un indotto che coinvolge gran parte della città e non può permettersi un'ulteriore depressione”. Esordisce così  Fausto Tonti, titolare del ristorante “Il Pescatore”, che interviene nella nostra analisi-inchiesta sul momento attuale del “Viale dello shopping”.
“Assistiamo a un impoverimento dell'offerta; Viale Ceccarini, accogliendo le brands d'oltreoceano, si sta omologando a molte altre piazze italiane. E questo spaventa i clienti in cerca di prodotti originali, che, “dice, “sono in continua diminuzione.”
“L'arrivo delle monomarche d'abbigliamento di bassa lega ha inoltre portato tutti gli affitti, che quelli della ristorazione, alle stelle” continua Tonti, “e il fenomeno è destinato a peggiorare. Non vedo come possa essere possibilie mettere 'correttivi' al libero mercato e imporre efficaci 'barriere all'entrata' per invertire la tendenza senza un adeguato intervento comunale. Il Viale, sia dal punto di vista dell'arredo urbano, sia dal punto di vista dell'animazione e degli eventi, necessita di essere maggiormente valorizzato; invece è lasciato allo sbando. Di questo passo il 'Salotto buono' rischia di diventare come il 'commerciale' Viale Dante, sul quale si trovano talune merci esposte praticamente sui marcipiedi.”
L'appiattimento verso il basso dell'offerta riguarda anche bar e ristoranti: “Il numero di rosticcerie, chioschi ed esercizi di pizza al taglio nella zona sta aumentando. Un fatto che mi preme segnalare  è che, per molti aspetti, la concorrenza di questi locali mi pare sleale: i controlli che vengono svolti  in tali esercizi sono ben più sommari di quelli ai quali veniamo sottoposti noi ristoratori 'storici'. Le autorità paiono usare due pesi e due misure”.
Cosa fare dunque per rilanciare Viale Ceccarini? Facciamo nortare che i titolari di molti negozi di pregio hanno avanzato la proposta di cercare, come Consorzio, partenrships, contatti e sponsor. Tonti commenta: “Condivido l'idea, ma non è nuova. Anni fa Swatch si era proposto come finanziatore esterno, ma ne nacquero polemiche da parte di chi considerava il Viale 'svenduto' a terzi. Se vogliamo procedere in questa direzione, la decisione deve essere umanime.”

L'inchiesta "Viale Ceccarini" (3)

Ancora sdegno e idee per il rilancio del Viale da parte di artigiani ed esercenti.

pubblicati il 07/09/2011

"Il Comune non ci tutela"
Anna Baleani: "Basta vedere l'arredo urbano"
 RICCIONE- Che sia un segno di declino o un cambio di pelle, le grandi firme e le boutiques di qualità su Viale Ceccarini sono ormai in via d'estinzione. Si fa sempre più fitto il coro dei negozianti di prodotti di lusso che, come riportato negli ultimi giorni su queste pagine, fanno presenti i rischi che comporta una massiccia presenza di grandi catene nel “Salotto buono” di Riccione: l'aumento degli affitti (che ha favorito la rendita immobiliare di chi, come Papete, ha preferito cedere l'attività invece di restare sulla piazza), un appiattimento verso il basso dell'offerta e la fine di un Viale Ceccarini fatto di imprenditori locali che vanno in giro per il mondo alla ricerca di novità di stile. Altro problema è quello della povertà del cattivo stato di un arredo urabano non adeguatamente tutelato, che al “Salotto” non fa onore. E proprio da quest'ultimo punto parte Anna Baleani, titolare dell'omonima gioielleria e membro del Consorzio 'Viale Ceccarini', che inzia dall'autocritica: “I negozianti stessi dovrebbero, per primi, salvaguardare l'immagine del Viale, tenendo pulite vetrine, stipiti, insegne e l'impiantito antistante agli esercizi. Si dovrebbero inoltre rispettare gli orari di carico e scarico merci, che dovrebbe avvenire in modo ordinato per non infastidire passanti e vicini. Ma”, aggiunge, “l'amministrazione dovrebbe far rispettare le regole, monitorando il comportamento di passanti imbrattatori e di esercenti scorretti. La polizia municipale, invece, qui non si vede mai, e se noi commercianti vogliamo avere un servizio di sicurezza notturno, dobbiamo organizzarci autonomamente. Il disimpegno dell'amministrazione, che usa il 'Viale dello shopping' solo per fare cassa, si nota anche nella manutenzione della strada: Hera passa per le pulizie una sola volta al giorno; Geat, tempo fa, ne passava due. E, se si rompe il sampietrino, le riparazioni vanno per le lunghe.” Rispetto all'arrivo delle monomarche cheap, Baleani afferma. “L'amministrazione non è abbastanza autorevole per tutelare Viale Ceccarini con regolamenti speciali come accade in altre realtà italiane, e non ha nemmeno tentato di creare patnership con sponsors d'elite, che potrebbero anche sopperire alla mancanza di fondi che il Comune lamenta. Contro le leggi di un mercato aperto a qualunque 'new entry', noi negozianti d'elite possiamo solo tenere duro e proporci al meglio. Non è impossibile: la globalità del Viale non ha solo compratori 'di massa' che certe 'drogate' ricerche di mercato vorrebbero farci credere; prova ne sia che esistono, fra 'Salotto' e dintorni, ben 14 gioiellerie di lusso che, nonostante la crisi, riescono a chiudere in positivo i loro conti. La clientela affezionata, che cerca il gioiello originale e fatto su misura, non è scomparsa, è solo cambiata la sua composizione: meno italiani e più slavi.”
“Certo”, si infervora Baleani, “la nostra immagine avrebbe più lustro se le plance pubblicitarie che ingombrano selvaggiamente il viale non coprisse le nostre vetrine. A questo proposito, il Consorzio ha chiesto più volte di poter gestire autonomamente la pubblcità del Viale, o almeno avere un interlocutore definito in Municipio cui esporre le proprie rimostranze, ma è sempre rimasto inascoltato. Il Consorzio chiede anche”, continua Anna Baleani, “di aver voce in capitolo sugli eventi che coinvolgono il 'Salotto'; lodevole è stata l'organizzazione dello show di Eleonora Abbagnato, i cui costi sono stati sopstenuti solo da uno di noi, Petronius: in futuro, ottenuta libertà d'azione, potremmo accordarci per altre manifestazioni di cultura e spettacolo per un pubblico 'alto'.”
“Se non si troverà, presto, un accordo con l'amministrazione su queste due questioni”, incalza Baluani, “siamo pronti a reagire con provvedimenti che faranno nortizia. Come altri esercenti, inoltre”, aggiunge, “anch'io sono contraria alla partecipazione di Riccione alla Notte Rosa; in quel week end, il Viale diventa infrequentabile, e porta “tipi umani” che non corrispondono al target del mio megozio. Sono convinta che se Riccione si sottaesse alla Notte Rosa, la sua 'distinzione' attrarrebbe nel 'Salotto' curiosi e amatori. Ma ci sono titolari,” conclude, “che non la pensano come me.”   
                                                                                             Giulia Ceccarelli

"La classe media scompare, così ora convivono firme ricche e povere"
RICCIONE- (gc) Non a tutti piace l' “humile” Kiko. Ma ad alcuni sì. Come ad Alberto Verni, titolare di Twin Set, che dichiara: “La classe media sta sparendo, ed è fisiologico che l'offerta del mercato si adegui al cambiamento sociale: per questo credo che rimarranno, fianco a fianco, negozi di 'profilo basso' e negozi di lusso. E il problema della concorrenza è destinato, per lo stesso motivo, a estinguersi; ogni cliente è destinato ad andare dove sa che le sue tasche gli permettono di comprare.
Inoltre,” spiega, “la globalizzazione fa si che tutti, 'ricchi' e 'poveri', siano abituati ad aspettarsi l'esistenza di determinate marche in un viale dello shopping: H&M, Oviesse, Geox e via discorrendo, che piacciano o no. Quindi è giusto che queste marche ci siano, basta che non costituiscano la totalità. Un esercizio come Kiko, ad esempio” dice Verni, “mi diverte. Il suo look frizzante è simpatico a vedersi, gli interni sono colorati e hanno espositori tutti da provare.”
Il titolare di Twin Set, inoltre, invita a separare l'errore dall'errante: “A patto di avere un teen-style accattivante, anche negozi di merce non eccelsa e di prezzi convenienti non fanno sfigurare le prime linee delle grandi firme. Se esse non vengono a Riccione,” conclude, “è perchè non si vigila abbastanza sul comportamento, il linguaggio e l'abbigliamento dei frequentatori del 'Salotto'”. 

L'inchiesta "Viale Ceccarini" (2)

Continua l'inchiesta sul degrado del Viale, e si moltiplicano le proposte per farlo tornare alle antiche glorie.

pubblicati il 06/09/2011

"No al nuovo stile 'a vita bassa' "
Gentile (Blue Bar): "Oltre a sottomarche, aprono i barettini"
 RICCIONE- Continua l'inchiesta sulle cheap brands imperanti sul centralissimo Viale Ceccarini. Dopo la pubblicazione, pochi giorni fa su queste pagine, delle prime rimostranze, altri esercenti “storici” del Viale premono per esporre le loro opinioni riguardo alla crescita, all'interno del Salotto, dei nocivi e invadenti rampicanti delle monomarche “a banda larga”.
Michele Gentile, titolare del Blue Bar, situato all'imbocco della centralissima Galleria Viscardi, afferma: “Il nuovo 'stile a vita bassa' che sta rivoluzionando il settore abbigliamento influenza negativamente anche il settore della ristorazione. Qui ogni inverno si decidono investimenti imprenditoriali anche rischiosi pur di rinnovare e migliorare la qualità dell'offerta, in modo da proporre, a clienti eleganti e distinti, un locale di classe senza tempo. Però, a sedersi sui nostri divanetti sono sempre più spesso orde di giovani in abiti da spiaggia, i quali non fanno buona pubblicità al bar e non sempre sono in grado di sostenerne i costi.” Costi che derivano dalla posizione, dalla visibilità e dal buon nome del locale.
“Oltre che sottomarche di vestiario, stanno iniziando a proliferare nei dintorni del Viale anche barettini di seconda e terza categoria: come se già non fosse abbastanza difficoloso sostenere la concorrenza degli hotels tre e quattro stelle, che sempre più spesso offrono l'all inclusive!”, sbotta Gentile. “Per poter contare sulla clientela esclusiva che passeggiava negli anni '60 e '70 per il 'Salotto buono' di Riccione, bisogna ripensare l'arredo urbano del Viale. Secondo la 'politica dei piccoli passi', per dare il segno di un 'nuovo corso' basterebbe una normativa comunale che vieti di passeggiare a torso nudo, in shorts e maglietta, come accade a Milano Marittima. Lì, all'ora dell'aperitivo, si vedono solo giovani in abito da coktail, o in jeans e camicia. E anche l'impiantito risulta molto più pulito: se il passante sa che per la 'Via dello Shopping' si può accedere solo adeguatamente 'rivestito', anche il suo comportamento nei confronti del suolo pubblico cambia.
Il Municipio dichiara di non avere soldi da spendere per il 'Salotto'”, continua Gentile del Blue Bar. “ma alle spese per il rinnovo urbano potrebbero partecipare con una quota anche proprietari e affittuari di bar, ristoranti e negozi, interessati a vedere in ordine i metri quadrati antistanti alle loro vetrine.”
A Michele Gentile fa eco Carlo Bartorelli, titolare dell'omonima gioielleria. “Chiediamo regolamenti comunali rigidi per quanto riguarda i parametri estetici: dal rispetto dell'ambiente del Viale, alla sorveglianza sullo stile e abbigliamento della clientela, alla salvaguardia della sicurezza degli esercizi con apposito servizio di security. Altre energie andrebbero spese nello stabilire contatti e partenship commerciali con altre 'Vie di passeggio' nazionali. Se non è possibile agire sul mercato degli affitti (i cui prezzi elevati costituiscono una barriera all' entrata non indifferente per aziende familiari di piccole dimensioni), almeno si realizzino grandi unità commerciali che permettano una divisione interna dei costi.”
“Ci tengo a sottolineare”, dichiara Bartorelli, “che l'immagine del Viale va  curata con continuità da parte dell'amministrazione: ad anni di 'rilancio', sono seguiti anni in cui il salotto era allo sbando. Questo”, continua Bartorelli, “ha causato un effetto boomerang sulle vendite. Quest'anno, per esempio, l'effetto positivo creato dalle manifestazioni organizzate nei week end primaverili ed estivi è stato annullato dall'immobilità invernale e dalla promozione selvaggia messa in atto dai pr nei pomeriggi feriali d'estate, che infastidivano visibilmente i passanti.
La crisi e le politiche di agevolazione di un turismo popolare attuate dal comune hanno fatto il resto: siamo riusciti a chiudere i conti in positivo solo per merito del continuo afflusso di clienti stranieri, prevalentemente slavi, garantito dalla vicinanza dell'areoporto. Personalmente,” azzarda Bartorelli in conclusione, “sono contrario al fatto che un evento della Notte Rosa sia programmato in alta stagione; gli arrivi sono sì numerosi, ma non corrispondono al target di esercizi d'elite come il mio.”
                                                                                                    Giulia Ceccarelli



L'antiquario Romani chiude bottegaù
RICCIONE- (gc) Il richiamo maggiore di Viale Ceccarini, si sa, è dato dall'offerta di abiti prete a porter e dalle vetrine di accessori di moda. Di conseguenza, anche se i commercianti di capi e gioielli di lusso si lamentano, è per fortuna ancora lontano il giorno in cui l'ultimo di tali esercizi di pregio abbandonerà il Viale.
Non si può certo dire lo stesso del negozio di antiquariato Romani, che chiuderà i battenti tra un mese. Il titolare, Daniele Romani, ci confida: “Ho preso la decione di cessare l'attività perchè l'esiguità degli affari non mi permette più di sostenere l'affitto dei locali. Una volta venivano da me a comprare quadri e sculture d'arredo facoltosi turisti stranieri e proprietari delle ville della zona. Ora i gusti, le priorità e le esigenze del mercato sono cambiati: a famigliole alloggiate nei camping  e al popolo della notte che si riversa sulla Riviera per trovarvi un generalizzato 'divertimentificio'  i  miei articoli non interessano. Ormai”, chiosa amaramente, “vendo solo agli appassionati, e perciò non sento più l'esigenza di un negozio in centro: chi apprezza i miei articoli può benissimo cercarmi in una zona meno cara della città”.
Chiamato a esprimersi sulla china declinante su cui si sta ponendo Viale Ceccarini, dice: “Bisognerebbe arricchire il Viale di maggiori stimoli culturali. Un evento lodevole di quest'estate, anche per il richiamo inaspettato che ha avuto, è stato lo show di Eleonora Abbagnato su Viale Roma. So che è stato organizzato quasi interamente da sposor privati, e questo mi rattrista. Chi da le autorizzazioni a Radiodeejay per strimpellare da mattino a sera, potrebbe anche pensare ad organizzare serate adeguate a un pubblico 'alto'. E poi”, provoca Romani, “qui d'inverno è un mortorio; anche buoni bar stanno chiusi. Se il Viale non diventa, e subito, 'Salotto per tutte le stagioni', tantovale pedonalizzarlo solo nel fine settimana! Negli anni della 'Riccione da bere', nel Viale le auto transitavano. Erano di lusso, ma tant'è.”


Gaudenzi: "Qui non c'è più stile" 
RICCIONE- (gc) Continuiamo la nostra passeggiata per la “Via dello Shopping” e, consultando i proprietari di vari negozi, constatiamo che il problema che essi segnalano è sempre lo stesso: l'abbassamento del target.
“Ormai siamo delle mosche bianche- esordisce sconsolata Giovanna Gaudenzi, titolare dell'omonima boutique di alta moda.- A imporre lo stile di Viale Ceccarini è la maggioranza dei negozi; purtroppo, vediamo aumentare il numero di esercizi adatti a una clientela indifferenziata, ed è con tale clientela, disinteressata ai nostri prodotti, che siamo costretti ad avere a che fare. E il trend è destinato a peggiorare, perchè in Municipio la cultura delle “cose belle e ben fatte” è sopraffatta dalla necessità impellente del soldo, e chi è in grado di offrire liquidità subito, riempiendo gli spazi lasciati da top shops in crisi e contribuendo a tenere alti i prezzi degli affitti, sono le grandi catene. Viale Ceccarini è ormai considerato, dalle grandi maison della moda, una piazza di secondo livello, e i vip frequentano da tempo altri lidi, preferendo alla Riviera Punta Ala e Forte dei Marmi”. Come a dire che chi ha ancora il coraggio di proporre prodotti esclusivi è come Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento.
Posizione non dissimile è quella di Aldo Terenzi, dell'Atelier Petronius: “Soffriamo della concorrenza delle monomarche standardizzate a causa dell'abbassamento delle ambizioni e delle possibilità economiche del cliente medio. Su Via Dante (dove si trova il negozio, ndr), si iniziano a vedere addirittura ambulanti asiatici”, dice. “I passanti si lasciano attrarre più dalla quantità dell'offerta che dalla qualità della merce, a volte mal esposta sugli espositori, ammonticchiata alla rinfusa su tavoli e stipata sulle stampelle appendiabiti. La colpa”, punta il dito Terenzi, “è dei temporary outlet, che, spuntando come funghi e sparendo poi inaspettatamente dopo pochi mesi, creano l'impellenza dell'affare e alterano la composizione della clientela.”

sabato 25 febbraio 2012

L'inchiesta "Viale Ceccarini" (1)

Viale Ceccarini è il viale storico della Riccione bene, famoso in tutto il mondo per lo shopping esclusivo che danarosi clienti italiani e stranieri, a partire dagli anni '50, si concedevano passeggiandovi. ma ora pare che "La dolce vita" per il Viale stia volgendo al termine, a causa dell'arrivo delle cheap brands e delle multinazionali, della mancanza di decoro urbano e degli alti affitti . Oppure no? Ho raccolto pareri tra i negozianti, quelli "storici" e quelli "appena arrivati".

pubblicati il 04/09/2011

"Un regolamento per i nuovi negozi"
 Lo chiede Valeria Ferretti per far tornare le boutiques

RICCIONE- Dove c'erano le brand della moda di fama internazionale ora ci sono monomarche cheap. A lanciare il grido dall'allarme sono i titolari delle boutiques storiche di Viale Ceccarini, che vedono il Viale accogliere un numero sempre maggiore di negozi dalla clientela popolare e indifferenziata. Il fenomeno non è nuovo: sono anni che, su queste pagine, i pochi commercianti di qualità rimasti denunciano l'affollarsi delle grandi catene su quello che è il Viale dello shopping per eccellenza.
“Papete, un marchio di notevole richiamo turistico, ha chiuso poco tempo fa e ha venduto i locali alla Geox- dice Valeria Ferretti, titolare della boutique Ferretti.- Anche Dolce e Gabbana, dopo essere passato alla vendita di collezioni prete a porter di serie B, sta ormai per cedere l'attività, e  Calzedonia ha preso il posto del negozio di alta moda Rossi. Noi pochi “sopravvissuti” siamo stati costretti ad accettare, come vicini e concorrenti, esercizi come Kiko, Sisley e Movie, che, pur di avere uno spazio su una vetrina prestigiosa come Viale Ceccarini, sono disposti a offrire ai proprietari degli stabili somme elevatissime per ottenerne l'affitto o l'acquisto. Lasciando libertà di entrata nel mercato alle monomarche commerciali -si indigna la Ferretti,- l'immagine di Viale Ceccarini è destinata a svalutarsi sempre di più.”
“Infatti- continua la Ferretti- i turisti italiani, sorpresi dell'omologazione agli standard “made in USA” che ormai contraddistingue il viale, e delusi di non trovare più i prodotti di lusso per cui Riccione era famosa, diradano di anno in anno sempre di più le loro visite. Gli shoppers che, oggi, ci permettono di tirare avanti le attività sono prevalentemente slavi; ma anch'essi spesso costatano che 'Riccione sta diventando come tutti gli altri posti', confermando la disarmante perdita di lustro che le nostre vetrine stanno subendo”.
“Per contrastare questa altrimenti inesorabile decadenza- rivela Valeria Ferretti- noi negozianti di alta moda ci appelliamo al sindaco e all'amministrazione. Chiediamo un regolamento specifico che indichi restrittivi requisiti di qualità per le “new entry” che intendono esporre i loro prodotti sul Viale, affinchè siano una garanzia per i clienti e tornino a far brillare Viale Ceccarini dei fasti della  'Riccione da bere'. Molti altri comuni italiani, come Capri, Roma e Ostuni si sono mossi in questo senso, salvaguardando le loro vie di 'passeggio Made in Italy' dagli onnivori colossi d'oltreoceano: non vedo perchè Riccione non potrebbe fare altrettanto”.
Speriamo che le autorità competenti, recandosi in centro, aprano gli occhi sulla triste realtà del Viale, e, in attesa di un soddisfacente piano regolatore “speciale”, si prodighino almeno per ripensare all'arredo urbano della nostrana Via dello shopping.
                                         Giulia Ceccarelli

 "Abbiamo perso lo stile originale"
Arianna Balducci (Sveva): "Sono monomarche di bassa lega"

RICCIONE- (gc) I “colossi” commerciali internazionali penetrano nell'arteria più celebre di Riccione, e a lamentarsi dell'appiattimento di un'offerta nota per la sua creatività e la sua capacità di anticipare le nuove tendenze non è solo l'atelier di Valeria Ferretti.
Arianna Balducci, titolare dell'esclusiva boutique “Sveva”, dice: “A svilire il prestigio di Viale Ceccarini è il dubbio gusto estetico e la sostanziale mancanza di uno stile originale che caratterizza queste monomarche di bassa lega; e dire che basterebbe arredare in modo meno approssimativo gli interni e allestire con più cura le vetrine. Evidentemente l'amministrazione non capisce che a rendere famoso il Salotto in tutto il mondo è stata la capacità di proporre prodotti unici ed esclusivi per un pubblico selezionato; le grandi catene si possono trovare ovunque. Se il Viale le accetta, finirà per non distinguersi più tra le altre 'Vie del Corso' italiane”.
A questa dichiarazione fa eco il titolare di Nick & Sons, Pietro Mercaldo, che afferma preoccupato: “A causa dell'arrivo dei vari Pinko e Sisley, stiamo perdendo gli shoppers più attenti alle tendenze e più versati all'acquisto di capi di grande firma. E d'altro canto, la clientela che entra nei nostri negozi, sempre più abituata a vestirsi in monomarca standardizzati, raramente sa apprezzare e riconoscere i capi di stile e i prodotti di qualità. Mi sento come un cuoco che propone sushi a chi vuole spiedini alla griglia”, conclude.





 "Prima rinnoviamo questo Salotto"
Michele Bruno e una "location" ormai fuori dal tempo

RICCIONE- (gc) Sul fenomeno “brutta monomarca sempre più invadente”, c'è anche chi ha una diversa linea di pensiero, come Michele Bruno, titolare di Swarowskij e vicepresidente del consorzio Viale Ceccarini. A sentire lui, questa (ineluttabile?) svolta nel settore dell'abbigliamento corrisponde ai tempi di oggi, dove imperano il mercato di massa, le esigenze di un pubblico giovane senza grandi disponibilità economiche, e una globalizzazione totalizzante e uniformante. “Mi piacerebbe tornare al Viale Ceccarini dei nobiluomini in smoking e delle dame in eleganti pellicce, -dichiara Michele, -ma questa non è più un'immagine attuale. Ora passano di qui turisti per tutte le tasche, che talvolta si possono permettere solo le grandi catene, e, volenti o nolenti, a 'onnivori di moda', siamo costretti a dare quello che cercano.
I nostri amministratori si sono mai chiesti come mai le prime linee di maison all'avanguardia non sono interessate a Riccione? A non essere adeguata agli standard di eleganza dei garndi ricchi è la location generale. Per saper rispondere alle esigenze di un pubblico di lusso, ci sarebbe bisogno di eventi non solo balneari, ma anche culturali, che attirino turisti in ogni momento dell'anno, di strutture alberghiere di alto e altissimo profilo e di un nuovo design urbanistico del viale. A questo proposito vorrei far partire un progetto in collaborazione l'Istituto d'arte: produrre 10 panchine di pop art da porre nel Salotto, utili e piacevoli alla vista. Ora i singoli esercizi sono costretti a mettere fuori i propri divanetti! Bisognerebbe inoltre tenere più pulito e vigilare sull'abbigliamento dei passanti, che attualmente si fermano dei negozi risalendo direttamente dalla spiaggia.
Solo così ci saranno le condizioni per migliorare la qualità complessiva dell'offerta del viale, e si potrà pensare di escludere dal mercato chi non rispetta determinati standard.”

Il vu' cumprà fa solo capolino

Bilanci e inchieste di fine estate...che però fanno sempre apertura!

pubblicato il 02/09/2011

RICCIONE- (gc) I vu' cumprà non fanno più "paura". Se gli anni scorsi eravamo abituati a vedere merce contraffatta copiosamente stesa da "ambulanti di fortuna" africani sulle spiagge ai confini con Miramare e soprattutto con Misano, grazie alla collaborazione dei comandi della Polizia Municipale di Riccione e Misano, quest'estate il fenomeno ha visto un netto ridimensionamento.
Il comandante della Polizia Municipale di Riccione, Graziella Cianini, dichiara che l'impegno nel contrastare l'abusivismo è stato tempestivo, e molto si è investito sulla prevenzione del reato: "masicci e frequenti controlli dei confini tra Riccione e Misano sono stati eseguiti da Pasqua", dice, "ma i pattugliamenti hanno riguardato capillarmente tutto il teritorio dal Marano a via Cavalcanti a Misano, con particolare attenzione a parchi ed edifici abbandonati in cui i senzatetto tendono a rifugiarsi d'estate."
Il trend stagionale indica che gli extracomunitari sprovvisti di regolari permessi commerciali e di soggiorno hanno sì evitato di stendere la mercanzia alla luce del sole, ma hanno anche, in parte "cambiato mestiere": "rispetto agli anni passati è stato infatti segnalato un maggior numero di furti di piccola entità sia in Riviera che in appartamento", afferma la Cianini, che spende qualche parola anche sull'attività abusiva dei pr in stazione: "dopo Ferragosto le discoteche non sono più stracolme come in altissima stagione, e il problema sta rientrando da sè, fino ad esaurirsi spontameamente nel corso della prossima settimana".
Molto soddisfatto dei risulati nella lotta all'abusivismo è anche il vicesindaco di Misano Fabrizio Piccioni, che dichiara: "Tre unità  sono state destinate a controlli specifici sul territorio, e fondamentale è stata la sinergia con il Comando di Riccione per il pattugliamento dei confini; il prossimo anno si pensa di includere nel progetto anche l'area di Portoverde". Piccioni aggiunge che "per dare il segno di una svolta al rapporto con gli immigrati sono state concesse 10 licenze per l'allestimento dei banchi del mercatino etnico, che ha animato una volta alla settimana la zona di Parco Mare Nord". Non solo extracomunitari: "oggetto di controlli sono stati anche le attività di operatori di spiaggia misanesi e i servizi commerciali italiani del centro", conclude.

Fidelibus: Libero da partiti, e orgoglioso (parte terza)

Ancora la "questione Fidelibus", così risolta (o, per meglio dire, irrisolta)

pubblicato il 02/09/2011

RICCIONE- (gc) “Meglio solo che mal accompagnato”: questo è, in sintesi, il commento di Giacomo Fidelibus alle dichiarazioni del coordinatore comunale Idv Fabio Dellarosa pubblicate ieri su queste pagine e volte ad allontanarlo dall'Italia dei Valori.
“Invece di fornire le spiegazioni che ho più volte richiesto in merito alla presunta incompatibilità della carica di consigliere comunale con l'adesione al movimento liberale europeo Lymec”, si indigna Fidelibus, “Dellarosa ha preferito rifugiarsi nella questione della fedeltà al partito. Sotto la sigla di una formazione politica che faceva del cambiamento il proprio vanto, vedo ramificarsi vecchie e putrefatte logiche da Prima Repubblica. E da queste logiche ho la piena intenzione di discostarmi.”
Tutto ciò mentre vengono alla luce nuovi particolari sui travagliati trascorsi politici dell'ex-dipietrista.
Il segretario provinciale del Pli, Axel Famiglini, ricorda di essere stato personalmente contattato, nel maggio scorso, da Fidelibus, che, sponte sua, gli aveva espresso la propria volontà di militare nel partito liberale, menzionando come conclusa la sua esperienza nell'Idv. Vedendolo energico e propositivo nel campo delle politiche sociali, il Famiglini l'aveva promosso, in un tempo record di pochi giorni, a segretario comunale Pli. Quello che allora non sapeva è che Fidelibus si era riescritto all'Italia dei Valori in febbraio, e non avrebbe quindi mai potuto tesserarsi al Pli per mantenere a tempo indefinito la carica ricevuta. Il 29 agosto scorso, dopo tre mesi di segretariato, a causa della mancata iscrizione al Pli, il Famiglini è stato costretto a mettere alla porta Fidelibus.
“La consapevolezza di essere libero e accomiatato da qualsiasi partito mi rende orgoglioso”, dichiara ora Fidelibus. Chissà come avrebbero giudicato questa vicenda Benedetto Croce, Luigi Einaudi o Giovanni Malagodi, liberali “duri e puri” della storia Italiana.
A noi sembra la consolazione della volpe che non è riuscita ad arrivare a nessuno dei due tipi di uva che voleva assaggiare; ma poiché la volpe è giovane, siamo certi che riuscirà, prima o poi, ad acchiappare un po' di quell'uva, saltando magari da un altro lato dello steccato.

Rimasto senza partito (parte seconda)

Continua la "questione Fidelibus": ho seguito l'infuocato botta e risposta tra Fidelibus, Dellarosa e Famiglini (Pli), che hanno inviato per giorni alla nostra redazione di Riccione comunicati stampa contenenti le reciproche "richieste di chiarimenti".

pubblicato il 01/09/2011

RICCIONE- (gc) Da “Arlecchino servitore di due padroni”, a idealista senza partito.
Questa pare essere la sorte di Giacomo Fidelibus (che, come riportato ieri su queste pagine, dopo una breve esperienza direttiva nel Pli, vorrebbe tornare alla militanza nell'Idv) stando alle dichiarazioni del coordinatore del Partito dell'Italia dei Valori Fabio Dellarosa, che, in un comunicato stampa, dice di lui: “E' scomparso. Sono mesi che non lo vedo e non lo sento. Era membro del direttivo riccionese del partito indesiatosi nel giugno 2010, ma dopo aver partecipato ad un paio di riunioni iniziali, ha declinato il proprio impegno.”
“Fidelibus”, continua Dellarosa, “afferma di aver rinnovato la sua iscrizione all'Idv nel febbraio scorso. Personalmente non ricordo di aver visti il suo nome tra gli iscritti all'Italia dei Valori di quest'anno, e, in ogni caso, credo che per appartenere ad un partito è necessario avere il senso di ciòp, e non basti possederne la tessera. Credo”, conclude il coordinatore Idv, “che, se nel proprio percorso politico vengono meno le ragioni che hanno guidato certe scelte, e si decide di orientarsi verso altre strade, occorra poi avere la coerenza di seguirle fino in fondo”.
Dellarosa ribadisce inoltre come “la delega di Lanfranco Francolini quale assessore e vicesindaco non è in nessun modo e per nessuna ragione in discussione; egli riscuote la piena e incondizionata stima dell'Idv, come persona, come militante e come amministratore. Qualora ci venisse richiesto, in sede di verifica di legislatura, di revocare il suo incarico,” ipotizza in conclusione il coordinatore Idv, “il partito dell'Italia dei Valori si vedrà costretto a uscire dalla giunta.”

Fidelibus, dall'Idv ai Liberali e ritorno (parte prima)

Una questione di politica locale che ben fotografa la situazione in cui versa il sistema partitico italiano, a tutti i livelli, e (quel che è peggio) a tutte le età.
Antefatto: il segretario comunale Idv Dellarosa, nell'eventualità di un rimpasto della giunta, dichiara chi non avere candidati disponibili da schierare al seggio di consigliere comunale (gli attuali consiglieri sarebbero finiti tutti in giunta).
Si scatena così la "questione Fidelibus", ovvero sulla presunta incompatibilità del giovane primo dei non eletti, Fidelibus appunto.

Pubblicato il 31/08/2011

 RICCIONE- (gc) “Nomen non omen”, è proprio il caso di dirlo.
Se è vero che “la maggior parte delle spiegazioni sono giustificazioni” - come scrive a proposito di quanto dichiarato dal coordinatore comunale dell'IdV Fabio Dellarosa -, costretto a “spiegarsi” è ora il “segretario balneare” del Pli, Giacomo Fidelibus, accusato di infedeltà, a dispetto del proprio cognome.
Così, forse dopo essersi accorto di aver messo i piedi in troppe staffe, con un comunicato stampa ritorna sui suoi passi, rivendicando la propria appartenenza all'Idv.
Il tutto è scaturito dalla dichiarazione del coordinatore comunale dell'Italia dei Valori – Dellarosa, appunto -, che, ieri su queste pagine, sosteneva l'impossibilità di sostituire l'attuale assessore Lanfranco Francolini (se mai il partito ne fosse stato costretto nel corso del rimpasto di Giunta) con il consigliere in carica, Sonia Mariotti, per adesione al Pli del primo dei non eletti (proprio il Fidelibus).
A questo proposito riportiamo alcuni passi del comunicato di Giacomo Fidelibus. “Non ho mai effettuato l'iscrizione al Partito Liberale. Ho ricevuto, il 26 maggio scorso, la carica di segretario comunale Pli in quanto appartenente all'Lymec (European Liberal Youth), la sezione giovanile del movimento liberale europeo. L'adesione a questa associazione non confligge con l'appartenenza a Italia dei Valori: alcuni europarlamentari Idv, infatti, ne sono membri. Inoltre – continua -, non ho mai disdetto ufficialmente la mia adesione all'Idv. Anzi, ho rinnovato l'iscrizione nel febbraio scorso e, trattandosi si iscrizione a validità annuale, non posso che essere ancora all'interno dell'Idv. La mia nomina a segretario comunale nel Pli – conclude Fidelibus -, è stata revocata il 29 agosto perchè non avevo avviato le procedure di iscrizione al Partito Liberale, come richiesto dallo Statuto”.
Compiuta così la sua “scelta di campo”, a favore dell'Idv, Fidelibus afferma come: “non posso considerare valida la motivazione addotta dal segretario comunale Dellarosa riguardante la mia incompatibilità di carica nel ruolo di consigliere comunale”. Come a dire che, pur avendo ricoperto per i “mesi estivi” la carica di segretario politico del Pli per Rimini e Riccione, ora che – da figliol prodigo – è tornato nella “casa Idv”, è pronto a occupare lo scranno di consigliere comunale, se dovesse servire.
Per finire annotiamo come, nel suo blog, Fidelibus definisce gli attacchi del Dellarosa “piccoli e indefinibili malanimi partitici locali”. D'altronde, quando si è giovani e carichi di ideali, non importa molto quale bandiera si innalza; l'essenziale è rendere un servizio alla comunità, o meglio (nomen, stavolta, omen) “ai fedeli”.

giovedì 23 febbraio 2012

Publiphono, la "voce della spiaggia" non conosce crisi

Un'intervista in "esterna" alla sede di Publiphono, curata interamente da me.

pubblicato il 30/08/2011

RICCIONE- “L'estate sta finendo, e un anno se ne va...”, cantavano i Righeira.
Ora è tempo di bilanci di fine stagione, anche per Publiphono Radiomare, che le arie del gruppo pop torinese, di Patty Pravo e di Fred Bongusto le trasmetteva dai suoi microfoni, ed è rimasta il simbolo di quella rinascita del turismo balneare che portò sulla Riviera la gran massa del popolo vacanziero durante gli anni del boom.
Nel 1946, Sergio Zavoli e Renato De Donato fondarono il primo “giornale parlato”, che ben presto si è trasferito in spiaggia e si trasformato in servizio d' informazione per i bagnanti: per voce di Valentina De Donato, ora nerbo dell'amministrazione aziendale, l'emittente è passata alla storia per la ricerca dei bimbi smarriti. Proprio dal classico infantile del “costumino rosso” che si dissolve improvvisamente sulla battigia è sorta spontanea la prima domanda di un'intervista aperta ai responsabili di Publiphono Radiomare Riccione: i “genitori sbadati” sono in aumento?
 “Quest'estate, dalle postazioni balneari di Riccione, Misano, Cattolica e Gabicce, abbiamo formulato in tempo reale ben 768 annunci tra smarrimenti e ritrovamenti. A disorientarsi, sempre più spesso, sono i bambini stranieri. La zona dove i piccoli sembrano faticare maggiormente a trovare la via dell'ombrellone” aggiungono le speaker Monica e Gianna, “è l'affollata Cooperativa Altamarea, corrispondente agli stabilimenti balneari 99-105 di Cattolica”. E, più ancora degli infanti perduti, crescono i numeri relativi agli anziani spaesati e smemorati: ben 140 da giugno ad oggi.
Quale è stato l'annuncio più strambo della stagione? 
 “Avevano appena reso nota la sparizione di un'anziana turista svizzera dalla Marina di Riccione, quando arriva una chiamata al numero verde: all'altro capo del filo, a segnalare l'avvistamento della donna, non c'era, come al solito, un bagnino, ma la Polizia Municipale; la signora, in bikini, si stava dirigendo verso Viale Ceccarini con la volontà di prelevare in banca. Credeva infatti di essere ancora in Svizzera e intendeva disporre di liquidità per le spese quotidiane.
Un servizio pubblico importante è anche quello di fornire informazioni per una balneazione sicura. “Dagli uffici direzionali trasmettiamo giornalmente i bollettini della Capitaneria di porto, informando i bagnanti sugli orari di servizio dei bagnini di salvataggio, sull'eventuale presenza della bandiera rossa, sulle condizioni del mare e sullo stato psicofisico consigliabile per una nuotata libera da rischi. Le comunicazioni sono ripetute in inglese, in francese e anche, da quest'anno, in russo: visto il flusso turistico proveniente dall'est Europa, l'introduzione di questa lingua è stata necessaria. Una delle facce delle plance installate agli ingressi dei bagni è riservata alle ordinanze della Capitaneria di Porto e alle norme e regolamentazioni comportamentali per la sicurezza e la tutela dei bagnanti, mentre l'altra è destinata alla pubblicità.”
Altro cardine dell'informazione audiofonica è, dunque, la pubblicità. Le richieste, da parte degli esercizi, sono in aumento?
“A richiederci pubblicità è da anni una clientela affezionata di aziende e locali, per cui il trend è stabile. La pubblicità, che viene trasmessa dalle torrette in tempo reale e varia da zona a zona, è tra l'altro la nostra principale fonte di finanziamento.  I vantaggi della pubblicità audiofonica sono l'immediatezza e la possibilità, per il turista, di conoscere la realtà del territorio, avendo una panoramica degli eventi settimanali in programma, dei luoghi da visitare, dei musei aperti, delle novità del “divertimentificio” notturno, dello shopping più conveniente e delle offerte della ristorazione.”
In passato vi sono state rimostranze riguardanti la insistente e invadente presenza di Publiphono sulle spiagge. Simili dissapori si sono verificati anche quest'anno?
Da queste polemiche Publiphono è sempre uscita a testa alta: i nostri tempi di trasmissione negli anni non sono cambiati, né tantomeno si sono ridotti. Il nostro tecnico Andrea Capponi ha già rinnovato più dell' 80% degli impianti, che risultano ora a “impatto morbido”: novità e promozioni rimangono impresse nelle menti senza risultare martellanti e fastidiose. Del cambiamento siamo soddisfatti sia noi promotori che i nostri sponsor e uditori; ora riceviamo solo ringraziamenti per il servizio, unico e originale, che svolgiamo.
                                                                                                       Giulia Ceccarelli

Marciapiedi "regno" di sedie e tavolini

Quando il problema delle barriere archittetoniche fa notizia...d'apertura!

pubblicato il 30/08/2011

CATTOLICA- (gc) Il bar “transita” sul marciapiede, handicappati e passeggini si spostano sulla carreggiata.
Accade nel centro di Cattolica, all'incrocio tra via Curiel e via Corridoni. E non si tratta della già vista invasione pomeridiano- serale di suolo pubblico da parte di verande, ombrelloni, sedie e tavolini sul marciapiede antistante all'entrata dei locali; quella, se c'è l'autorizzazione del Comune, non si può far altro che tollerarla.
Il Bar Giardino, però, della concessione comunale si è approfittato un po' troppo: un cittadino ci segnala come il titolare abbia deciso di chiudere il lato esterno del marciapiede antistante con una balaustra fissa, un muretto in muratura abbellito di fiori e un cancello, inglobando completamente la banchina stradale tra gli spazi del suo locale. Sui nuovi metri quadrati così ricavati ha poi aggiunto altri tavoli per i clienti e ricavato un ripostiglio a cielo aperto. Tale struttura è presente da più di un anno, non viene smontata in inverno, e ha tutta l'aria di essere permanente.
I problemi per la viabilità dei pedoni sono evidenti, poiché il marciapiede è occupato al 100% e non è transitabile né di giorno né di notte. I villeggianti alloggiati al Residence “Giada” si recano in spiaggia camminando alla destra di auto e moto, e i pedoni passeggiano entro la riga bianca della carreggiata. Ma il rischio maggiore lo corrono i diversamente abili in carrozzina e le mamme con passeggini, che, per avere la sicurezza di un marciapiede, sono costretti a fare lo slalom tra il lato destro e il lato sinistro della strada non lontano dall'imbocco di essa.
L'assessore alle politiche sociali Giampiero Galvani, interpellato in merito alla situazione, di cui non era a conoscenza, si è recato immediatamente sul posto: trovatosi davanti alla sopraddetta occupazione di suolo pubblico, si è limitato a dichiarare: “Il marciapiede, nel punto di via Curiel in cui è situato il bar, è troppo alto perchè una carrozzina possa usufruirne. Inoltre la via è all'interno della zona a traffico limitato (che però inizia solo pochi metri più avanti rispetto all'incrocio con via Corridoni) non esiste un vero pericolo per la viabilità. Verificare se la struttura costruita dal titolare del bar è a norma non è compito mio”. Sarebbe però compito del suo assessorato, non dico livellare la strada, ma almeno crearvi degli scivoli per eliminare una barriera architettonica. 
Speriamo che presto gli spazi stradali, da appannaggio esclusivo di pochi, ritornino un bene pubblico.    

Vescovelli: "Teniamo sotto controllo il Bilancio comunale"

San Clemente sull'orlo della bancarotta...sventata per un pelo

pubblicato il 31/08/2011

SAN CLEMENTE- (gc) “Non è che dopo aver inserito nella giunta un assessore esterno del comune di Coriano, ne andremo a condividere il percorso amministativo e il destino di commissariamento?”
Questo il dubbio, e la paura, del consigliere Marco Vescovelli, di Obiettivo San Clemente Oggi, dopo che è stato approvato il Bilancio previsionale per l'anno in corso.
Motivo di preoccupazione è costituito dai rilievi della sezione regionale della Corte dei Conti, che hanno evidenziato diverse irregolarità e la necessità di monitoraggio costante sulle entrate, per garantire l'equilibrio finanziario complessivo del Comune.
La Corte dei Conti – secondo Vescovelli - nel 2008 ha segnalato come “la partecipazione a enti o società di capitali in perdita (quale è la Sant'Andrea Servizi spa, cui si appoggia il Comune, ndr) può rappresentare un rischio per la stabilità dell'equilibrio di bilancio dell'ente pubblico socio”. Si dovrebbe dunque vigilare costantemente sull'ammontare delle perdite della Sant'Andrea Servizi, o eventualmente ricapitalizzarla, o scegliere nuovi partners.  La Corte dei Conti ha poi aggiunto, nel 2010, come “la destinazione di entrate da permessi di costruire può avere pericolose ricadute di bilancio, e costituisce un'irregolarità contabile”. Ciò significa, secondo Vescovelli, “che il Comune non può mettere tra le spese correnti gli oneri derivanti dalle concessioni edilizie, come è stato fatto al momento di stilare gli ultimi 3 Bilanci”.
La lista civica, presentando un'interrogazione in Consiglio comunale, chiede risposte dall'amministrazione a queste osservazioni della Corte dei Conti, e intende domandare quale sarà la copertura finanziaria delle spese correnti (senza oneri dell'edilizia) visto che l'indebitamento del Comune è molto aumentato negli ultimi anni.
Infine, il responsabile San Clemente Oggi non si spiega “perché il revisore di conti e l'ufficio comunale non hanno comunicato subito al Consiglio comunale tali segnalazioni, della Corte dei Conti, di cui pure alcuni assessori erano al corrente, prima dell'approvazione del Bilancio di previsione.”

Proteste, prteste e ancora proteste....(3)

Cimitero musulmano...s'ha da fare? Baruffe in consiglio comunale.

pubblicato il 28/08/2011

SAN CLEMENTE- (gc) Potranno finalmente riposare nella loro terra d'adozione, rivolti verso la Mecca. Parliamo delle persone di fede islamica per le quali l'amministrazione di San Clemente, nel contesto del progetto di ampliamento del cimitero di Sant'Andrea in Casale, ha destinato lo spazio di 25 sepolture.
E su questa scelta, certamente lungimirante e aperta al multiculturalismo, il Comitato San Clemente Oggi non ha nulla da ridire. Tuttavia, la lista civica intende chiedere lumi al Municipio, per mezzo di un'interrogazione, sulla modalità di acquisizione dei terreni necessari all'ampliamento degli spazi cimiteriali, e invita la giunta a presentare in consiglio comunale il progetto definitivo ed esecutivo di tale ampliamento.
Inoltre, ricordando che tra una salma e l'altra deve essere necessariamente lasciato uno spazio minimo, più i relativi camminamenti, e che le nuove tombe non saranno solo le 25 dedicate ai musulmani, il Comitato chiede maggiore chiarezza su come si procederà alla regolamentazione dell'accesso alla totalità dei nuovi spazi cimiteriali.

Proteste, proteste e ancora proteste... (2)

Qui, galeotto fu un incidente stradale (come purtroppo nel weekend ne succedono tanti)

Sicurezza vie, Misano bocciata
Casadei (PDL) critica i lavori non fatti

pubblicato il 28/08/2011

 MISANO- (gc) Il capogruppo Pdl del Comune di Misano Paolo Casadei riaccende la polemica riguardo all'incidente accaduto qualche giorno fa tra Via del Carro e Via Ca' Raffaelli.
“Quelle che accampa il Municipio sono giustificazioni generiche di fronte a un lutto”, si indigna Casadei. “Non dando il giusto peso alla sicurezza stradale, la giunta non ha valutato adeguatamente le priorità. Nell'incrocio in questione”, continua Casadei, “l'automobilista deve avanzare e invadere la carreggiata se vuole sincerarsi che non sopraggiunga qualche veicolo nell'opposta direzione di marcia, e se in quel momento qualcuno effettivamente transita, non si ha modo di fare retromarcia.
In consiglieri della zona di Santa Monica hanno più volte proposto la costruzione di una rotatoria, ma la maggioranza non si è mai espressa positivamente per un'inizio dei lavori. E dire che la costruzione della rotatoria sarebbe a costo zero, perchè a carico di enti privati.”
“Ma questo”, conclude Casadei, “non è certo l'unico nodo critico della viabilità cittadina: le strade sono piene di buche, strette, senza piste ciclabili, senza marciapiedi, male illuminate e mancanti di segnaletica adeguata.”
Intanto, il più immediato e più importante tra gli interventi domandati con fervore da Casadei nei giorni scorsi è stato già effettuato. Infatti, la fila di alberi bassi che, il giorno dell' incidente, ancora impediva la visuale dallo stop di via Ca' Raffaelli su chi proveniva da via del Carro, è stata tagliata ieri dagli operai della società Autodromo Santa Monica allo scopo di scongiurare altri pericoli, come il Capogruppo chiedeva.
La ragazza che era alla guida dell'autovettura coinvolta nell'incidente, già rimessasi, esprime pubblicamente le proprie condoglianze ai famigliari di Gerardo Nuzzo, il motociclista ucciso.

Proteste, proteste e ancora proteste.....(1)

A Coriano centro e frazioni al buio e poco pulite
pubblicato il 28/08/2011
 
CORIANO- (gc) “Tutta Coriano si regge ormai sulla solidarietà e sul senso di comunità dei suoi abitanti”. Questa è la sconsolata dichiarazione dell'ex capogruppo PDL Aldo Sanpaolo, mentre la situazione dei conti pubblici del Comune rimane drammatica, le segnalazioni dei cittadini aumentano e il malcontento si allarga alle frazioni. Non ultimo il piccolo centro di Pedrolara, i cui abitanti si sentono totalmente abbandonati dalle istituzioni: alcuni lotti edificabili sono in stato di degrado, ed è trascurata da mesi la pulizia della piazza principale e del parco comunale. Inoltre, Pedrolara viene considerata “periferia”: poiché il paese non ha “vie del centro” degne di nota, il suo territorio è interamente interessato dalla nuova ordinanza che, per risparmiare al centesimo, prevede lo spegnimento dell'illuminazione pubblica dalle ore 24 di notte; dopo quest'ora non rimane nessun punto luce. Al campo sportivo di Mulazzano è andata anche peggio: lì l'illuminazione pubblica non è stata più garantita in assoluto.
“Non sono solo le frazioni a vivere simili disagi”, afferma Sanpaolo. “Nella stessa Coriano, l'amministrazione, data la precaria situazione finanziaria, non ha più rinnovato i contratti a termine degli operatori ecologici; i pochi lavoratori con contratto a tempo indeterminato, benché ligi al dovere, non sono sufficienti nemmeno a coprire le esigenze del centro cittadino, anche perché costretti ad adoperare macchine operatrici non adeguate. Siamo arrivati al punto che, per tenerlo pulito, ci si spartisce il suolo pubblico tra vicini di casa.”
“I tagli operati dal Viceprefetto Maria Virginia Rizzo sono inevitabili”, dice Sanpaolo, “ma i criteri che ne hanno guidato le scelte mi suscitano perplessità: invece di tagliare illuminazione e igiene pubblica, si potevano garantire i servizi pubblici più impellenti destinando ad essi il fondo stanziato per la ristrutturazione del teatro comunale. Ad un nuovo Palazzo comunale, in tempi di austerità, si può rinunciare; alla nettezza urbana no.”

Con "naso da Cleopatra" vince Sabrina

 Pullulano i concorsi estivi: l'elezione di Miss Chirurgia Estetica
pubblicato il 26/08/2011

RICCIONE- Diceva Shakespeare: “Se nella vita non avete compiuto una piccola follia, non avete vissuto veramente”; ebbene, la “follia” di Sabrina Cermaria, nuova “Miss Chirurgia Estetica 2011”, è stata quella di essersi affidata più di una volta alle mani del chirurgo estetico, per contrastare il passare degli anni.
La finale del concorso si è svolta ieri sera al “Beach Cafè”, modaiolo e chiacchierato discorestaurant sul Marano; come data si è simbolicamente scelta quella del 60esimo compleanno del tanga, accessorio must della moda mare e “ponte” tra 3 generazioni femminili.
All'inizio della kermesse Sabrina vestiva già la fascia di “Miss Peeling Chimico”: lei stessa ha infatti dichiarato, nel momento dedicato alla presentazione e alla votazione delle concorrenti, di essere ricorsa al peeling del viso per spianare le prime rughe dovute ai radicali liberi e per uniformare l'incarnato della sua pelle. Ma ha subito ammesso di non essersi limitata a questo “ritocchino”; quello che la sua fascia non rendeva subito noto, è che si è sottoposta anche a un secondo intervento di rinoplastica. Sia il profilo che il nuovo nasino alla francese sono stati attentamente esaminati e apprezzati dalla giuria di esperti chirurgi estetici, che ha osservato i particolari “aiutati” nell'armonia generale del corpo. Una menzione speciale le è giunta, nella prima manche in abito da sera, dal lookologo Giacomo Arcaro per l'accuratezza nella scelta della sua mise.
Dopo due ore di attente verifiche corporee, sfibranti passerelle night and day preparate a regola d'arte dalla coreografa e sfide all' ultimo ritocco, Sabrina ha sbaragliato la concorrenza delle altre  10 aspiranti e ha aggiunto a “Miss Peeling chimico” anche il ben più prestigioso titolo di “Miss Chirurgia estetica”. A incoronarla, di fronte a una folla di più di 1000 tra “addetti ai lavori”, avventori abituali e curiosi richiamati dall'evento, il “padrino” e presentatore del concorso Elio Pari e le due Miss Chirurgia estetica delle passate edizioni: Patrizia Bruschi, reginetta dell'edizione 2009 e Gerbely Erzsebet, Miss uscente.
Ma andiamo a conoscere meglio la nuova Miss Chirurgia Estetica: Sabrina Cermaria è una affascinante signora di Pesaro dai capelli castano scuro e dagli occhi verdi, giunta da pochi mesi alle 50 primavere. Di professione imprenditrice, quando non è impegnata a “rifarsi” lavora presso il centro estetico di cui è proprietaria e si occupa della bellissima figlia Francesca, di 21 anni. Questo è il suo primo concorso di bellezza.
Occupandosi quotidianamente di bellezza e benessere, ritiene che il bisturi sia un aiuto legittimo alla cura del proprio aspetto fisico nei casi in cui i pur specifici trattamenti tradizionali non bastano. E' molto soddisfatta dei risultati ottenuti e si dice molto più sicura di sé, perché finalmente si riconosce un viso rispondente ai suoi desideri e non eccessivamente divergente con l'età anagrafica. svela di consigliare spesso alle clienti di seguire il suo esempio e sottoporsi a interventi di chirurgia estetica. Gli hobby della più bella rifatta d'Italia sono il fitness, di cui Sabrina è stata istruttrice in palestra per più di vent'anni, e i fornelli, dietro ai quali dimostra un collaudato “mestiere” per le specialità marchigiane.
Lei, come tutte le altre fascinose signore partecipanti al concorso, ha promosso il proprio look, rimodellato artificialmente, con semplicità e con orgoglio, non vergognandosi della propria nuova silhouette e riconoscendo vecchi e nuovi difetti. Ma a caratterizzare una kermesse davvero riuscita, e non ancora accolta come meriterebbe dal panorama nazionale, sono state le storie che le concorrenti hanno raccontato: gioie e dolori, che, a prescindere dal silicone, sono condivisi da tutti.
Cala il sipario sul Beach cafè di Riccione, e in attesa dell'appuntamento del prossimo anno, “che il chirurgo ce la mandi buona!”
    Giulia Ceccarelli

La Montegridolfo liberata

 pubblicato il 24/08/2011

MONTEGRIDOLFO- (gc) La liberazione di Montegridolfo da parte delle truppe alleate, avvenuta il 31 agosto del 1944, sarà ricordata sabato 27 e domenica 28 agosto con la manifestazione “La Montegridolfo liberata”.
Per le vie del borgo si potranno ammirare mezzi militari del secondo conflitto mondiale, armi e radio d'epoca e osterie in stile anni '40. Non mancherà la “cena povera” che ricorda i tempi della miseria: pampinella, bruschetta, zuppe di ceci e fagioli e dolci caserecci.
Il programma prevede l'apertura della manifestazione sabato 27 alle 17, con musiche e canti del periodo di guerra, e la presentazione del volume di Vito Paticchia e Marco Boglione: “Sulle tracce della Linea Gotica. Il fronte invernale dal tirreno all'Adriatico in 18 tappe”. A seguire il prof. Cesare Catà terrà la conferenza “La linea di confine in letteratura: Jane Austen e J.R.R. Tolkien”.
Alle 21 le improvvisazioni taetrali nella vita del dopoguerra, i balli popolari nell'aia contadina e la proiezione del film “La Ciociara”.
Domenica 28 si inizia alle 16 con una grande caccia al tesoro ambientata durante la guerra, e si prosegue con il picchetto della Legione Italiana Paracadutisti San Michele Arcangelo e la messa militare. Alle 19.30, rievocatori nelle divise di eserciti contrapposti, si cimenteranno con la battaglia   che condusse alla definitiva presa del castello da parte degli alleati. Alle 21.30 la proiezione del film “Train de vie- Un treno per vivere”.
L'evento, ad ingresso gratuito, è oganizzato dall'assessorato alla Cultura del Comune e della Pro Loco.

Perseguitato dai furti, tre in un mese

Una bella apertura di cronaca nera...accompagnata da un po' di humor, altrettanto nero.

pubblicato il 25/08/2011

SAN CLEMENTE- Se un indizio è solo una traccia, e due indizi un segnale, tre indizi fanno una prova. Si può così dire che la sfortuna, che al “terzo indizio” ormai costituisce anche la prova di una vera e propria “persecuzione”, si è decisamente accanita contro l'esercizio Luveria Cafè in Sant' Andrea in Casale. Infatti il titolare del pubblico esercizio ha “collezionato” ben tre furti tra luglio e agosto, l'ultimo dei quali l'altra notte. Un vero e proprio record, di cui non andare fieri.
Il primo episodio -o furto - risale al 9 luglio scorso: quattro malfattori si sono introdotti nottetempo nel bar, rompendo un vetro posto su un lato dell'esercizio. Una volta dentro hanno portato via il denaro delle slot machines e diversi blocchi di gratta e vinci, e poi si sono dileguati attraverso il cimitero e il terreno della Ceramica della Valconca, che si trovano dietro al bar.
Stessa scena si è ripetuta anche il 24 luglio; sia nel gestore, che nei carabinieri, sempre tempestivamente intervenuti, è sorto il dubbio che si trattasse del copione collaudato di uno stesso gruppo di malintenzionati, anche se gli esecutori materiali, come testimoniato dalle telecamere installate dopo il primo colpo, erano cambiati.
Il commerciante, in attesa di una svolta nelle indagini, l'ultima settimana di luglio ha deciso di murare la finestra – ormai divenuta una vera e propria “porta d'accesso” per ladri -, sperando così di aver tolto la possibilità di accesso ai malfattori. Ma anche questo intervento è stato vano: tre delinquenti, tra cui una donna, l'altra notte sono di nuovo penetrati nel bar forzando la porta principale, mettendo così a segno il terzo colpo. Però questa volta l'allarme ha fatto arrivare sul posto carabinieri e guardie giurate, ma i tre “affezionati ladri” sono riusciti a scappare.
Il gestore del bar non sa più a che “santo votarsi” o a che autorità rivolgersi: non ha ancora ricevuto l'autorizzazione dal Comune per murare la finestra laterale, non ha ancora il patentino per la vendita delle sigarette, e i “delinquenti seriali” che penetrano nel suo bar sono ancora a piede libero.
Il suo esercizio è evidentemente sgradito: è solo da due anni che è aperto, e a 3 mesi dall'inaugurazione, ricorda ancora il gestore, alcuni malfattori hanno pensato bene di sfondare la facciata, usando un camion come ariete, per prelevare e portare via le cassette con i soldi delle slot machines. A seguito della brutta esperienza, il gestore ha fatto infilare transenne fisse sulla pavimentazione antistante al negozio. Ora, solo contro tutti, spera di mettere il suo locale al riparo della malasorte applicando le serrande. Ma forse i ladri stanno già pensando a come aggirare questo ennesimo ostacolo che si frappone tra loro e la refurtiva.
                                                                                            Giulia Ceccarelli