lunedì 20 febbraio 2012

Palio De Lo Daino 2011 (segue)

Dopo la presentazione ufficiale, l'annuncuio della serata di apertura...
Si apre stasera il suggestivo "Palio De Lo Daino"
pubblicato il 18/08/2011

MONDAINO- “Varcato lo ponte levatoio, lo correre verso lo futuro se allontana et lascia spazio a trabaccole, panchette et botteghe ove le cose son fatte colle mani, co hamore et cura, acciocchè li homini et le donne de oggi le possano apprezzare”.
Si apre domani, giovedì 18 agosto, il “Palio de lo Daino”; quattro giorni per un viaggio alla scoperta di arti e mestieri andati perduti e rivivere l'atmosfera di festa di sei secoli fa, quando nel piccolo borgo veniva sancita la pace tra le signorie dei Malatesta e dei Montefeltro.
L'evento si aprirà alle 18.30, con la benedizione dei colori delle quattro contrade, in attesa della “disfida de lo palio”; poi, ad entrare in una gioiosa Piazza maggiore, alle 18.45, sarà Sigismondo Pandolfo Malatesta, che verrà accolto dal capitano del castello e dalla sua corte. Ad accompagnare il corteo di figuranti storici, i ballerini dell'associazione “Fermento Etnico” e la musica del gruppo “Chiarivari Ensemble”.
Seguirà l'esibizione dei soldati della “Città de lo Grifo di Arzignano” e della “Compagnia della Spada e del Pugnale” di Rimini, che daranno dimostrazione di scherma rinascimentale e combattimenti militari, oltre a ricostruire veri accampamenti d'epoca.
Atteso è il ritorno del falconiere Gianluca Barone, con i suoi bellissimi uccelli e levrieri purosangue, che si cimenterà in simulazioni di caccia e nel suggestivo volo dei rapaci, diurni e notturni.
Per le vie del paese, il “Giullar Cortese” Gianluca Foresi intonerà canti e poesie nella lingua di trovatori e trovieri, mentre i “Clerici Vagantes” susciteranno il riso del pubblico con le loro graffianti rime in volgare. Nelle “taberne” intratteranno i presenti predicatori, pellegrini, stravaganti suore clarisse e alchimisti.
Gli artisti di strada del “Teatro dei Venti” metteranno in scena “Il Draaago”, spettacolo principale della serata. Riuscirà Ser Lancillotto a salvare la sua amata dalle grinfie di un drago sputafuoco?
Per uno sguardo al lato oscuro del Medioevo, tornano alle 22, nella piazzetta del Camposanto, le “Strie di Pan”, per l'amatissimo “Cattura delle streghe”. Alle 23 si alzeranno dalle tombe alcune losche figure...non spaventatevi, è solo la messinscena di una “Danza macabra” a cura della compagnia “Li Zanzeri” e dei ballerini “Fabula Saltica” di Gradara.
Gli stand delle contrade Borgo, Castello, Contado e Montebello proporranno tipiche “mangerie della festa” per tutti i gusti e per tutte le tasche.
I festeggiamenti continueranno ogni sera, con nuove sorprese da non perdere, fino a domenica 21 agosto.
Ingresso giovedì e venerdì euro 7. Ingresso sabato e domenica euro 9. Gratuito per bambini fino a 14 anni. A suppoorto della manifestazione saranno predisposti parcheggi gratuiti serviti da bus navetta.
                                                                                                               Giulia Ceccarelli


....e, a Palio concluso, la critica
Il 1459 ricostruito sul serio
pubblicato il 20/08/2011

MONDAINO- Uno, due, tre...si parte! Mondaino ha acceso, per il 23esimo anno consecutivo, la sua macchina del tempo, destinazione anno 1459, quando, proprio al castello, Sigismondo Pandolfo Malatesta e Federico da Montefeltro sancirono la pace tra le due signorie; pace da cui è nata la tradizione del Palio sul "Monte del Daino". Varcato il ponte levatoio, il visitatore si trova completamente immerso nella vita quotidiana dell'epoca: merito di una ricostruzione storica unica per ricchezza e ricerca filologica, che non a caso è stata premiata anche dal Consorzio europeo delle rievocazioni. I cittadini hanno tirato fuori dagli armadi i costumi medioevali e hanno aperto le cantine interrate sulle viuzze del borgo per ospitare numerosissime botteghe di arti e mestieri: maestranze artigiane specializzate sono infatti giunte da tutta italia portando con sè abilità antichissime e strumenti del mestiere amorevolmente preservati o fedelmente ricostruiti.  Si può assistere da avvincenti dimostrazioni dal vivo e riscoprire tecniche ormai rare o poco conosciute: il processo di modellamento di un vaso sul tornio manuale, la composizione di un mosaico, la tintura, completamente naturale, dei tessuti, immersi in pentoloni fumanti, la produzione del sottile, ma resistente filo di seta dal bozzolo dei bachi, il paziente intrecciare dei cestai, lo scopiettare del vetro incandescente, sagomato dal soffio del mastro vetraio. E il piano da lavoro è anche interattivo: i maestri rispondono alle domande del pubblico, spiegano tutte le fasi delle loro lavorazioni e coinvolgono i più piccoli  nelle attività manuali. Per rendere l'effetto ancor più verosimile, sono rappresentati anche gli aspetti meno nobili della vita quotidiana, come il lebbrosario, l'ospedale, il postribolo e la cappella dei penitenti, mentre il "mestiere della guerra" con le sue forti emozioni è riscoperto aggirandosi negli accampamenti delle milizie, dove si alternano dimostrazioni di combattimento. Monaci flagellanti vagano importunando i passanti e lanciando improperi sull'immoralità dei costumi, mentre loschi figuri incappucciati scovano e torturano le streghe. 
Aspetto pure non trascurato è il rapporto di promiscuità uomo-animale: il carretto carico di verdure è seguito da festanti e belanti pecorelle e caprette; c'è chi espone (e vorrebbe vendere) galline e galletti ruspanti; alle oche di passaggio non si nega qualche seme.  Senza questo fantastico contorno ben diversa sarebbe la suggestione suscitata dal semicerchio dell'arena dergli spettacoli; qui, a saltare all'occhio, o meglio all'orecchio, dello spettatore, è il rimato linguaggio in volgare che caratterizza giullari, trampolieri e giocolieri (muniti di tamburello e ghironda, come "quei tempi" richiedevano), frammisto ai richiami un po' striduli dei falconieri. Sì, perchè a incantare tutti, oggi come allora, è stato il volo, radente sulla folla, dei belli e terribili rapaci diurni e notturni, che attendono gli astanti per le prossime serate della manifestazione.  Per coronare quattro giorni indimenticabili è d'obbligo una tappa alle antiche taverne, che, per pochi soldi, alleviano la fatica dei viandanti con abbondanti libagioni ed ottimo vino, offerti con tutta la passione e l'allegria delle genti di Romagna.
                                                                                Giulia Ceccarelli
  

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